La storia che voglio raccontarvi oggi è quella di una canzone di Jovanotti, Jova per il suo grande pubblico. E’ una canzone poco conosciuta. Un ‘atmosfera gitana. Chitarra e fiati sovrani. Ascoltatela:
Non so voi, ma io sono rimasta affascinata da questa tipa che abbandona la vita comoda per andare a vivere con il suo burbero amore in un caravan. Non uno qualsiasi, ma dentro un luna park a gestire un tagadà. Cos’è mai un tagadà? Si chiederà qualcuno.. Una giostra rotante con dei divanetti su cui sedersi che si inclina e si muove bruscamente a suon di musica! Lo so che caravan e camper non sono la stessa cosa, ma per una volta concedetemi una piccola divagazione.
Alcuni elementi in particolare mi hanno colpito: il bar come punto di svolta, il giubbotto orrendo nel suo nuovo amore, la sua posa da orso (avete in mente?), lo scegliere quello che è contro ogni suo percorso, evidentemente percorsi che non aveva scelto lei…
E non basta la commiserazione dell’ex marito, forse manager, ma che sotto sotto non la capisce e un po’ la invidia. Evidentemente non ci sono figli all’orizzonte, o forse sono grandi a sufficienza da essersi fatti una loro vita. Unica nota stonata: la parabola satellitare, ma subito Jova si affretta a precisare che non la usano quasi mai.
Il ritornello chiarisce come sempre il perché della scelta: “.. non esiste proprio niente al mondo paragonabile alla sensazione di essere importante per qualcuno, di avere quell’amore che uno si sente dentro…”
Adesso riascoltatela, please!